CHIRURGIA

Studi Dentistici Fasulo

IL RIALZO DEL SENO MASCELLARE

La moderna implantologia ha progredito in tutte le direzioni. I miglioramenti delle superfici e delle componentistiche implantari, lo sviluppo di protocolli chirurgici avanzati, l’utilizzo di biomateriali sempre più sofisticati hanno fatto si che il risultato clinico del trattamento implantare sia coronato nella maggioranza dei casi dal successo

Una delle sfide che gli Odontoiatri si sono trovati ad affrontare è stata la presenza di creste alveolari atrofiche: si sa che l’implantologia osteointegrata necessita di una quantità minima di osso per il posizionamento degli impianti e spesso le sedi dove il progetto protesico richiederebbe l’uso di impianti sono sedi edentule da tempo e quindi sottoposte a processi di atrofia ossea di lunga durata. Una delle sedi dove il problema della scarsa quantità di osso è frequente è l’area posteriore (zona molare e premolare) del mascellare superiore. In questa regione ai comuni processi di atrofia ossea successivi alla perdita dei denti si somma il problema dovuto alla contiguità del seno mascellare. Il seno mascellare fa parte di un sistema di cavità collegate alle vie aeree superiori denominato dei seni paranasali. I seni paranasali fungono, con le fosse nasali, da cavità di risonanza per la voce, alleggeriscono il peso del cranio ed esplicano una sorta di isolamento termico.

Il problema che gli Odontoiatri hanno dovuto affrontare è stato quello di modificare questa cavità naturale in modo da poter applicare gli impianti senza alterarne la funzione in modo irreversibile. L’intervento proposto è l’elevazione del seno mascellare. L’intervento si articola in diverse fasi. La prima è lo scollamento del lembo mucogengivale a tutto spessore per visualizzare la parete laterale del mascellare superiore dove viene eseguita una finestra ossea (antrostomia) per accedere alla cavità sinusale. A questo, segue lo scollamento della membrana sinusale (detta membrana di Schneider) che viene sollevata fino a raggiungere la parete laterale del naso ed il riempimento della cavità ottenuta con materiale di innesto adatto. Il passaggio successivo è il posizionamento degli impianti, quando sia conseguibile una loro adeguata stabilità primaria. La stabilità degli impianti è determinata dalla presenza di osso primitivo sufficiente per quantità e qualità. Se non è possibile l’immediato inserimento implantare, l’intervento si chiude con la sutura del lembo e solo successivamente, dopo la maturazione dell’innesto ed il suo rimodellamento osseo, si potranno inserire gli impianti.

Questo tipo di intervento è stato proposto agli inizi degli anni 80 e oggigiorno si è raggiunto un accordo su alcuni aspetti della tecnica inizialmente controversi. Innanzitutto questa si è dimostrata essere una tecnica sicura e predicibile. Ad essa si sono affiancate altre procedure (per esempio l’approccio per via crestale), ma ad oggi nei casi di maggior atrofia l’approccio laterale descritto rimane il più affidabile. L’osso autogeno particolato (cioè a grani) risulta efficace, ma riempitivi di altra natura (come bioss) sono egualmente efficienti. La procedura di applicazione degli impianti simultanea all’elevazione del seno (quando possibile) o dilazionata hanno la stessa percentuale di successo. Come imprescindibile premessa, rimane il fatto che questa procedura chirurgica può essere eseguita solo in un seno mascellare sano Per una corretta pianificazione dell’intervento risulta indispensabile una valutazione radiologica preoperatoria attenta del seno mascellare compiuta con una TAC che visualizzi anche la pervietà della comunicazione naso antrale, indispensabile al fisiologico drenaggio delle secrezioni sinusali. L’intervento è eseguibile in anestesia locale. Una corretta profilassi antibiotica, la preparazione all’intervento della bocca con l’eliminazione di tutti i focolai infettivi, la sospensione del fumo (meglio la sua eliminazione) aumentano il successo della tecnica e ne riducono le complicazioni.

TRATTAMENTI CHIRURGICI

– Grande rialzo seno mascellare;
– Rigenerazione ossea guidata;
– Correzione recessioni gengivali;
– Gengivoplastica;
– Frenulectomia;
– Estrazione di denti in inclusione ossea.